29 gennaio 2010

Gli utlimi sette giorni di Peter Cumb di Jonny Glynn

Gli ultimi sette giorni di Peter Crumb è il primo romanzo dell'autore inglese Jonny Glynn. Edito da Newton Compton , collana Vertigo Black.
Peter Crumb è un uomo docile e mite, codardo e fifone, tranquillo e riflessivo. C'è un fatto però che segna per sempra la sua esistenza. Dopo questo fatto un suo lato oscuro nasce, cresce e prende sempre più sopravvento.
Negli ultimi sette giorni di vita in questa sua doppia identità emergere con prepotenza e avrà la meglio la sua parte più cattiva, fredda sanguinaria e diabolica. L'odio per gli altri, forse per l'intero genere umano porta Peter Crumb a compiere dei folli omicidi, senza logica e senza alcun criterio.
Scegliendo di cercarlo in biblioteca nutrivo molte aspettative per questo romanzo. L'autore mi è assolutamente sconosciuto (questo pubblicato nel 2007 è il suo primo romanzo) ma avevo letto recensioni entusiastiche che mi avevano incuriosito.
Devo ammettere però che questo è uno dei pochi libri che ho volutamente abbandonato. Un disastro.
Forse l'autore nello scrivere questo romanzo era affascinato dall'idea di narrare la storia in chiave moderna del Dottr Jekill e Mr. Hide, il che è apprezzabile.
Leggendo il libro però ho letto solamente pagine e pagine e pagine di inaudita violenza. Omicidi di una brutalità assurda raccontati con una cura dei dettagli che sinceramente mi ha lasciato solo una emozione: raccappriccio.
Questo libro non mi ha trasmesso emozioni, non mi ha incuriosito la sua trama, non ho visto un qualche particolare stile di scrittura da cui attingere. Nulla. Sono semplicemente rimasto indifferente, ma con una punta di disgusto. Disgusto per esempio quando lo scrittore, forse per rimediare ad una trama piatta e senza alcun perchè, vuole catturare l'attenzione del lettore arrivando a raccontare episodi di necrofilia.
Di solito un libro lascia sempre qualcosa. DEVE lasciare qualcosa. E' nella natura narcisistica dello scrittore volere lasciare qualcosa: un'emozione, una riflessione, un pensiero, una parola in testa. Insomma qualcosa!
Questo romanzo, se cosi si può definire, lascia il nulla.

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